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Chiunque ha dei genitori di almeno 50 anni, zii, nonni o amici che sono nati nelle regioni meridionali della Campania, Molise, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia, ma a volte anche del basso Lazio e Abruzzo, avrà visto sulla parte alta delle braccia, una sorta di cicatrice di forma circolare del diametro che va da 0,5 cm e che a volte supera i 3 cm di diametro. Spesso veniva chiamata in alcuni comuni “la cocl”.

Tutte queste persone riferiranno che da piccoli sono stati sottoposti al vaccino antivaiolo.

Il vaiolo è stata una malattia infettiva causata da due varianti del virus Variola, la Variola maior e la Variola minor.

Il virus del vaiolo si localizza a livello della piccola circolazione della cute, del cavo orale e della faringe. A livello cutaneo si manifesta con un’eruzione maculo-papulare e, successivamente, con vescicole sollevate piene di liquido. La Variola maior è causa di manifestazioni cliniche più rilevanti ed è caratterizzata da una mortalità del 30-35%.

Quindi la vaccinazione è stata di per se indispensabile, tuttavia c’è un aspetto che ancora pochi conoscono ed è quella legata al marchio che guarda un po’, solo i meridionali riportavano dopo l’esecuzione della vaccinazione.

E’ stato per anni un marchio che serviva per identificare i numerosi migranti che lasciavano le regioni del sud per cercare fortuna e lavoro nelle Regioni del Nord, ma anche in paesi stranieri quali Germania, Belgio, Francia e Austria.

Come se non bastasse, la motivazione della marchiatura è tenuta nascosta alla popolazione, per vari motivi, non ultimo la profonda religiosità delle popolazioni del sud, che anche per motivi religiosi, mal avrebbero sopportato di portare sul corpo segni o tatuaggi, di cui da sempre la Chiesa cattolica è profondamente contraria.

Infatti la marchiatura o tatuaggio è tipica anche della STREGONERIA.

IL MARCHIO veniva infatti depositato sulla pelle tramite segni e incisioni per legare l’adepto allo spirito invocato.

Ancora oggi la MARCHIATURA è straordinariamente diffusa tra coloro che praticano culti satanici e wicca.

Nella STREGONERIA la sacerdotessa era marchiata e marchiava i suoi adepti, ella era infatti considerata come una iniziatrice.

presso gli shaiviti la sacerdotessa-strega era colei che poneva marchio di shiva sulla fronte degli iniziati.

“Non vi farete incisioni nella carne, né vi farete tatuaggi addosso, io sono il Signore.”

– Levitico 19:28 –

“Voi siete i figli di Dio; non vi farete tagli addosso né vi raderete la fronte per un morto”

-Deuteronomio 14:1 –

Per fortuna questa pratica è cessata nel 1978 e adesso, nemmeno i migranti provenienti dall’Africa possono essere più sottoposti a merchiatura.

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